TASSI MUTUO IN DISCESA: LA DECISIONE DELLA BCE

La BCE (Banca centrale europea) ha deciso, lo scorso 6 Giugno, di ridurre di 25 punti base i tassi di interesse applicabili ai finanziamenti. Quale impatto può avere questa riduzione sui mercati ed in particolare sulle rate dei mutui?

Per rispondere a questa domanda e comprendere le decisioni prese dalla BCE, è importante ricordare il suo ruolo nella politica monetaria europea.

Quali sono i principali impegni assunti dalla BCE?

I principali impegni a cui la BCE deve far fronte sono:

●     Mantenere il livello dell’inflazione nell’Eurozona ad un livello del 2%

●     Gestire la moneta unica

●     Mantenere la stabilità economica

In riferimento ai tassi di interesse, la BCE ne decide il livello, in particolare i tassi a cui presta il denaro alle banche commerciali, controllando di conseguenza la domanda e l’offerta di moneta e dunque anche il livello dell’inflazione.

La BCE, oltre a questo compito, assolve ulteriori impegni come la gestione della riserva di valuta e il corretto andamento dei mercati finanziari.

Quale politica ha adottato la BCE fino a oggi?

Negli ultimi due anni (a partire da luglio 2022), abbiamo assistito a un continuo aumento dei tassi di interesse a ogni seduta della BCE, portando il livello vicino a quello toccato prima della crisi dei mutui subprime del 2007/2008.

Questo rialzo ha messo in difficoltà quei consumatori che avevano contratto un mutuo a tasso variabile, soprattutto nel periodo della pandemia e durante il 2021, vedendo crescere la propria rata in maniera vertiginosa.

Questa politica monetaria adottata dalla BCE trova motivazione nell’adempimento di uno dei loro compiti, ovvero monitorare e correggere l’andamento del livello inflattivo, che nel periodo dei rally dei tassi di interesse aveva raggiunto la doppia cifra.

A Giugno 2024, la BCE ha tuttavia deciso di applicare un primo taglio ai tassi di interesse di 25 punti base, generando ottimismo nella visione dei consumatori.

Quale può essere la prospettiva futura sulla base di questa scelta?

Sicuramente, porterà a un riavvicinamento da parte dei consumatori al settore dei mutui, spinti da una prima discesa dei tassi di interesse. L’ ottimismo generato da questa scelta va però bilanciato con le dichiarazioni rilasciate dalla Legarde, attuale presidente della BCE, la quale ha specificato che per assistere ad un ulteriore taglio dei tassi di interesse saranno necessarie più sedute.

Il dato positivo di questo primo taglio riguarda la maggioranza quasi unanime dell’approvazione sulla riduzione dei tassi di interesse. Solo un componente del consiglio direttivo ha votato “no” alla riduzione del costo del denaro.

La BCE e Lagarde in particolare hanno specificato che l’andamento del mercato, degli utili delle aziende e del livello inflattivo sarà sotto la lente di ingrandimento della banca centrale per analizzare la bontà dell’attuale manovra.

Questo primo taglio seppur minimo (si parla dopotutto di una riduzione dello 0,25%) ha un peso importante nelle scelte economiche europee. Analizzando il passato la politica monetaria europea ha sempre seguito le scelte della politica monetaria degli USA, che in questo caso, a differenze dell’Eurozona, ha mantenuto i tassi di interesse precedenti senza adottare una politica più flessibile.

Cosa possiamo aspettarci nei prossimi mesi?

Nei prossimi mesi ci si aspetta una particolare attenzione da parte della BCE sull’andamento dell’economia dell’Eurozona, ed un periodo di stabilità dei tassi di interesse sugli attuali livelli. La BCE ha specificato che non ha intenzione, almeno al momento, di adottare una politica meno restrittiva, tuttavia ha adattato la sua politica ai risultati finora ottenuti, continuando con la strada intrapresa quasi due anni fa, per scongiurare ulteriori rialzi fuori controllo del livello inflattivo.

La riduzione del tasso applicabile di 25 punti base si traduce in una riduzione dello 0,25% applicabili su tassi di interesse, sconto che il mercato aveva già in parte applicato all’Euribor anticipando le scelte della BCE.

Questa scelta di politica monetaria ha permesso un più ampio respiro alle famiglie italiane che avevano a oggi contratto un mutuo a tasso variabile. In particolare l’incidenza sulla rata del mutuo ha significato un risparmio medio mensile del 3,5% rispetto ai massimi di Novembre 2023 in riferimento al tasso variabile. Per quanto riguarda il tasso fisso, il risparmio medio mensile si attesta intorno al 4,2%.

La variazione non stravolge le rate del muto e dunque la capacità di risparmio dei consumatori, tuttavia i singoli risparmi mensili accumulati durante l’anno possono portare a un risparmio significativo per le famiglie italiane.

La previsione è che la prossima riunione del 12 Luglio della BCE non dovrebbe portare novità rispetto al mese precedente, sarà necessario aspettare quantomeno la seduta di settembre per avere un riscontro su quanto è stato finora applicato e per comprendere se tale scelta sia quella giusta da perseguire.